IL COPING

Un cane è impegnato a decortecciare un legnetto mentre chi lo tiene a guinzaglio è fermo a chiacchierare con un passante. Il cane è distante da loro quanto più gli permette il guinzaglio e da la schiena ad entrambi.
Un cane è al centro di un’area cani, lecca e mastica un sasso che tiene tra le zampe mentre intorno a lui altri cani interagiscono tra loro.
Un cane è intento a cacciare lucertole su un marciapiede pieno di pedoni e biciclette che nel frattempo gli passano a fianco.
Un cane distrugge un pupazzetto nuovo ogni volta che la sua famiglia riceve degli ospiti a casa.
Un cane sta interagendo con un suo simile, ogni tanto si stacca e corre per un po’ prima di tornare da lui.

Tutti questi cani stanno utilizzando un Coping.

Il “Coping”, che in psicologia viene tradotto come “strategia di adattamento”, è un meccanismo messo in atto da un individuo per far fronte ad un problema, per cercare di gestirlo, per ridurne lo stress, per tollerare meglio il disagio del momento.
Anche i cani possono cercare sollievo con delle strategie adattive sfruttando ciò che l’ambiente gli offre, per esempio: masticando cose, predando, cercando contatto fisico, correndo o con altri movimenti che il cane trova distensivi, con l’auto-grooming (leccarsi, mordicchiarsi, grattarsi, ecc), bevendo e mangiando. Queste azioni fanno anche parte della vita di tutti i giorni ed è quindi importante saper contestualizzare. Se non si è in grado di farlo, si rischia di non riuscire a comprendere fino in fondo gli stati d’animo del cane e aiutarlo diventa difficile.
Nelle situazioni più complesse, infatti, il cane può arrivare a isolarsi sempre più frequentemente e a concentrarsi su questo tipo di azioni, ripetendole in modo ossessivo (attività ripetute e dislocate) ogni qualvolta provi un disagio che fatica a reggere. E questo porta ad un suo danneggiamento psico-emotivo, sociale e a volte anche fisico.

Imparando a decifrare correttamente le azioni del cane, invece, non solo si diventa più consapevoli e quindi più presenti nei momenti di maggior bisogno, ma si può anche aiutarlo concretamente inserendo un Coping “artificiale” che può essere proposto come attività distensiva per favorirlo nella gestione degli stati emotivi. Nella mia esperienza lavorativa il Coping è un valido supporto anche per cani aggressivi e mordaci: re-indirizzare aggressività su un oggetto scarica molta tensione e permette di ragionare molto più lucidamente sulle scelte.
Naturalmente, soprattutto quando esistono problematiche comportamentali, il cane deve essere supportato con un percorso di recupero completo. Il Coping è, e deve rimanere, uno strumento in più per supportare il cane ma non la soluzione per tutto.

L’inserimento di un Coping però non è semplice, ci vogliono molta attenzione e competenza o si rischia di peggiorare le cose. Sono parecchi anni ormai che proprio per questa ragione, organizzo Lab e Stage dedicati al Coping sia per le famiglie, sia per educatori e istruttori che vogliono integrare correttamente questo utile strumento di supporto.

Il Coping deve avere un effetto distensivo sul cane ma non deve diventare una distrazione. Un Coping ha senso e può essere di grande aiuto se favorisce il mantenimento di un buon equilibrio mentale ed emotivo ma non deve distogliere il cane da ciò che può invece essere puro apprendimento.
Non deve sovreccitare.
Non deve far isolare.
Non deve creare conflitti con le persone di riferimento o con altri cani.
Non deve diventare un pensiero ossessivo .
Il Coping di fatto non è un gioco, anche se molto spesso viene inserito passando attraverso un gioco oggetto e il giocare.
Non basta insomma infilare una pallina in bocca al proprio cane per risolvere i suoi problemi.
Ma, se inserito correttamente, può diventare il miglior alleato di una cane e della sua famiglia, anche nei momenti di maggior difficoltà.

Francesca D’Onofrio

Nel primo video, il meticcio fulvo è alla sua prima Classe, lo stiamo aiutando a gestire le interazioni sociali con minor stress. Nel video si nota come dopo il primissimo approccio cerchi e raccolga da terra un sasso da masticare, una strategia adattiva auto-rinforzata nel tempo che lo aiuta a vivere meglio il suo disagio e che stiamo sostituendo con un oggetto più adatto e soprattutto meno pericoloso.
Nel secondo video un Amstaff in valutazione che ha sviluppato un ossessione per i sassi molto pericolosa. Nello specifico del video, si può notare come ignori ogni cosa, rimanga sempre perimetrale e si rifugi e isoli da tutto con il “suo” sasso.
Nel terzo video un Amstaff che ha invece sviluppato un’ossessione per gli alberi, a cui si appende, sradicando e masticando anche grossi rami fino a ferirsi la bocca. Questo Amstaff ha una notevole sensibilità ambientale e sociale che gli fa perdere lucidità di frequente. La sua nuova famiglia sta imparando a gestire la situazione con l’aiuto di un Coping idoneo e un percorso di recupero mirato.
Nel quarto video, il piccolo meticcio non regge l’avvicinamento della CLC, va in evitamento e scava. La ragazza sta lavorando per inserire un Coping in presenza di stimoli, glielo propone e il meticcio risponde positivamente.
Nel quinto video ritroviamo l’Amstaff che in questa fase riesce a utilizzare come Coping un oggetto invece che gli alberi. Come si può vedere, l’Amstaff ha difficoltà a relazionarsi con la CLC nonostante nell’approcciarlo sia gentile e gli dia spazio e tempo. L’Amstaff mastica il suo Coping e quando è più in difficoltà utilizza anche corse di scarico ma questa volta, anche quando lascia un attimo a terra l’oggetto, è in grado riprenderlo invece di attaccarsi di nuovo ad un albero.
Nel sesto video un esempio di re-indirizzamento di aggressività su oggetto. Il Pastore Tedesco sta imparando a scaricare sulla palla invece di attaccarsi alla rete fino a perdere lucidità. Questo gli permette di ragionare e acquisire così nuove e migliori competenze durante il suo percorso di recupero.
Nell’ultimo video, due Pastori Tedeschi reagiscono con minaccia al rispettivo approccio. La PT però, riesce a staccare, cerca il Coping (freesbee) scarica tensione mordendo e scuotendo e si allontana. Quando riappare sulla destra del video, è abbastanza lucida da scegliere di non tornare a fare rissa. In questo caso, l’utilizzo del Coping è molto chiaro: se non avesse scaricato l’eccesso di tensione, sarebbe tornata a discutere perdendo velocemente lucidità come faceva fino a qualche tempo prima. Mantenere lucidità e abbassare i suoi livelli di stress, permettono di rendere più efficace il lavoro programmato per il suo percorso e raggiungere prima gli obiettivi prefissati.

VUOI IMPARARE A LEGGERE IL CANE?

Scopri i corsi dedicati.