CINOFILIA DI SUPERFICIE VS CINOFILIA DI PROFONDITÀ

I comportamenti cosiddetti sgraditi dei cani (tirare a guinzaglio, saltare addosso, distruggere, aggredire, ecc) sono reazioni evidenti in superficie, che emergono da problematiche che hanno però sede in una radice profonda (paure, fobie, sensibilità, fragilità, crepe nel rapporto con la famiglia,ecc). 

Ed ecco la grande divisione negli interventi: esistono due tipi di cinofilia, quella di superficie e quella di profondità.

Inutile dirvi che quella di superficie la considero non solo inutile, ma dannosa. Quella di profondità invece, se chi la professa ha anche i giusti strumenti di indagine, la trovo assolutamente sana e risolutiva.
Per farvi capire meglio cosa intendo voglio farvi un paio di esempi che chiariscono le differenze e spiegano i diversi effetti sul cane. 

Se per esempio un cane abbaia in modo stereotipato, la tendenza della cinofilia di superficie è quella di inibire l’abbaio (reazione) solitamente con vari espedienti da mettersi le mani nei capelli (punizioni, collari inibitori, ecc) con lo scopo di spaventare il cane interrompendo i suoi vocalizzi. Problema risolto?  No di certo. Nei migliori dei casi, solo rimandato, nei peggiori, i problemi aumenteranno.

I cani infatti non abbaiano mai per caso (radice), possono farlo per manifestare un disagio, essere sovraesposti a troppi stimoli o al contrario esserne completamente isolati, essere annoiati per via della poca attività o al contrario sovreccitati dalla troppa e fatta male, essere disturbati da rumori esterni la loro abitazione e quindi perennemente in allarme, e così via.
Questi espedienti quindi, non agendo alla radice, non cambieranno di una virgola la percezione del disagio. Il cane forse smetterà di abbaiare perché sa che quell’azione ha cominciato  a portare qualcosa di sgradevole, ma sposterà la reazione su altri sfoghi: distruggere casa,  montare insistentemente le gambe di tutti i componenti della famiglia,  o diventerà iper eccitabile, più nervoso, aggressivo, timoroso.

Facciamo un altro esempio.

Se un cane tira a guinzaglio, la cinofilia di superficie tende ad inibire l’andatura del cane con punizioni, o strumenti limitanti che facciano rallentare o fermare il suo passo. Oppure in maniera più gentile,  lo si distrae attirando la sua attenzione con del cibo.

Ancora una volta, in entrambi i casi, non si sta ragionando sulla causa del problema (la radice – che è invece il focus della cinofilia di profondità) che porta il cane a tirare (reazione), tipico comportamento del cane in stress per via di sensibilità ambientali e/o sociali, o per una pessima gestione del guinzaglio.

Questi interventi quindi, inevitabilmente rimanderanno soltanto il problema e, nei casi più violenti, lo amplificheranno o ne svilupperanno di nuovi. Inoltre, così facendo, anche il rapporto tra cane e persona verrà corrotto, poiché il cane comincerà a vedere la persona che infligge punizioni come un ulteriore problema invece che un rifugio a cui appoggiarsi, oppure lo considererà un dispenser di cibo sempre pronto all’uso.

Di esempi così ci potrei riempire il Blog, tutte tipiche situazioni che mi trovo davanti quotidianamente quando valuto nuovi cani.

Lavorare di superficie può dare una parvenza di efficacia quando lo si fa su un cane senza particolari problemi e senza la capacità di leggerlo profondamente per vederne i danni meno evidenti, ma quando questi stessi interventi vengono fatti su cani con delle sensibilità rilevanti, allora presto si presenterà il conto, e spesso anche molo salato.
I problemi dei cani vanno indagati a fondo e, una volta trovata la radice, bisogna aiutarli ad uscire dalle loro insicurezze, dalle loro paure, si devono rendere più solidi con del lavoro mirato a sviluppare competenze e il ruolo delle persone di riferimento deve essere quello di comprendere le difficoltà del cane per poterlo accompagnare in questo percorso con consapevolezza.
La lettura del cane, l’ascolto e la conoscenza del suo comportamento sono sempre alla base di un lavoro profondo, perché permettono di andare oltre gli interventi standardizzati. 

Comprendo che spesso le famiglie sono esasperate dai problemi che hanno con i loro cani, ma il mio suggerimento è di non farsi prendere dalla fretta e di approfondire sempre con professionisti che non vi propongano scorciatoie: i cani non sono semplici e la loro emotività è non è poi così diversa dalla nostra. Non sottovalutate questo e non permettete a nessuno di svalutarli. Come noi abbiamo bisogno di tempo e supporto costante per elaborare e superare le nostre difficoltà, così ne hanno loro.

Ricordate:

La cinofilia di superficie inibisce, punisce, schiaccia, distrae.
“Risolto” il problema in superficie, la radice del problema rimane, problema non risolto = cane non sereno.

La cinofilia di profondità indaga, approfondisce, supporta, aiuta, sviluppa competenze, tutela, appoggia.
Risolto il problema alla radice, sparito lo sfogo, risolto il problema per sempre = cane sereno.
Come ho scritto tanti anni fa per definire la mia filosofia e il mio approccio al cane “I cani si meritano compagni di vita che non si fermano ai come ma si spingono fino ai perché”.

Conosci. Ascolta. Comunica.
Francesca D’Onofrio

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